Prosegue l’impegno della FILP Cisal a tutela dei professionisti dell’informazione e della comunicazione. Nasce in Campania il dipartimento Editoria che si occuperà della difesa dei diritti dei lavoratori autonomi del settore. Un comparto in continua trasformazione sotto il profilo delle professionalità, molte delle quali non hanno una rappresentanza adeguata. Da qui la scelta di dedicare loro un organo che si occupi di raccogliere le istanze di varie categorie di lavoratori. A cominciare dalle figure “storiche” dell’informazione fino ad arrivare alle nuove professioni del digitale. Negli ultimi anni si è allargata sempre più la platea dei professionisti del settore ampliando il concetto di comunicatore. Sono nate figure come i social media manager, i web editor, i community manager, i web deloveper, web designer, web imagine editor, i videomaker e tante altre che concorrono in maniera decisiva alla realizzazione dei nuovi giornali digitali. Tutte categorie che non hanno una rappresentanza sindacale e di cui la FILP Cisal ha scelto di farsi portavoce. Accanto a queste nuove figure vanno tutelate quelle “tradizionali” che più di tutte hanno subito la crisi degli ultimi anni che ha investito l’intera catena produttiva. Il caso più emblematico è rappresentato dagli edicolanti tra cui molti sono stati costretti a chiudere la loro attività. La scelta di aprire uno spazio di confronto per tutti questi professionisti nasce anche dalla decisione dell’Inpgi di allargare la platea contributiva alle nuove professioni della comunicazione. La strada tracciata dall’istituto di previdenza rappresenta una nuova sfida per tutte le categorie professionali dell’editoria che hanno bisogno di un partner di grande esperienza come la Cisal. Il coordinamento del neonato dipartimento Editoria FILP Cisal fortemente voluto dal segretario regionale Marco Mansueto è stato affidato a Vincenzo Sbrizzi, giornalista professionista del gruppo Citynews: “Sono grato a Cisal per avermi dato questa possibilità. Il nostro obiettivo comune è quello di creare una piattaforma di confronto a cui far partecipare le tante professionalità che animano l’editoria ma che non hanno l’adeguata rappresentanza”.